«Uno tsunami dietro l’altro». Così definisce gli ultimi anni Mariella De Florio, Amministratore delegato della Simet spa, l’azienda di trasporti di Rossano con alle spalle 75 anni di storia e che oggi si trova a fronteggiare una crisi senza precedenti, culminata in questi giorni con la sofferta decisione di procedere con il licenziamento di 40 lavoratori nell’indifferenza degli organi preposti. Per arginare gli effetti nefasti di una serie di accadimenti , non prevedibili, si sono tentate tutte le strade possibili, soprattutto per una azienda privata, che vive di mercato e non di sostegni pubblici. Anche l’avvio della procedura dei licenziamenti non nasce oggi, ma di deve andare all’inizio di anno, quando l’azienda ha dovuto, conti alla mano, iniziare ad affrontare lo stato di crisi avviando un dialogo con sindacati, regione e tutti i soggetti coinvolti nella vertenza per cercare di trovare una soluzione che potesse dare respiro non solo alla storica ditta rossanese, ma all’intero comparto, praticamente fuoriuscito dai radar dei sostegni pubblici. Il primo “tsunami” riguarda la decisione di Fs, dopo il cambio dell’amministratore delegato, di non confermare il piano industriale siglato proprio con Simet per dar vita ad una forma di trasporto integrato ferro-gomma. «Un piano industriale di 5 anni, che prevedeva l’impiego di 200 lavoratori e che ha visto la Simet procedere con una ristrutturazione e investimenti e costi funzionali al piano stesso». Senza liquidare la società, ma ritornando ad essere gruppo privato la Simet torna sul “suo” mercato, ma ecco l’altro tsunami: scoppia la pandemia. «Abbiamo dovuto affrontare due anni di blocco, prima totale e poi parziale che comunque ha determinato un calo del 90% del fatturato». Ma gli effetti della pandemia vanno ben oltre. «Ormai dobbiamo renderci conto che la mobilità è cambiata. La gente si sposta solo per estrema necessità ed è impensabile coprire i costi solo con il lavoro del periodo estivo».
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