Cosenza

Lunedì 25 Novembre 2024

Cosenza, il Pronto soccorso resta una bolgia

L’ingresso del pronto soccorso all’Annunziata di Cosenza

La sanità è ridotta a una fragile costruzione di annunci. Progetti di ospedali che si aprono e si riaprono (purtroppo anche senza medici), poltrone che si aggiungono e si tolgono, e manager che continuano a collezionare con i meriti anche una valanga di feedback positivi. Architetture verbali che segnano la rotta del sistema salute calabrese che sta tentando di ribellarsi al suo passato doloroso. Ma la rivoluzione veicolata da una comunicazione aggressiva urta contro il muro di una realtà che resta intrappolata in quel luogo di ombre che sono i nostri servizi assistenziali, incapaci di assicurare il sacrosanto diritto alle cure dei cittadini. L’ennesima vergogna trapela dalla lettera di una giovane donna che ricostruisce l’immutato caos che regna nel Pronto soccorso dell’“Annunziata” e aggiunge dettagli su una rete territoriale ridotta a un colabrodo. Un sistema salute che si aggrava nei fine settimana. La storia comincia da un banale infortunio: da una buca in piazza Loreto nella quale la donna è inciampata, sabato sera, mentre passeggiava con la sua bimba. L’innesco da cui si dipana una trama incredibile. Quella che sembrava una distorsione alla caviglia si rivelava molto dolorosa e così la malcapitata decideva di farsi visitare dalla guardia medica di Rende, «ma non mi ha risposto nessuno. E così, dopo una notte di atroci sofferenze, con il piede e la caviglia gonfi, l’indomani mattina decidevo di recarmi al Pronto soccorso dell’“Annunziata”. Sono riuscita ad accedere alla struttura solo alle 10, un’ora e mezza dopo il mio arrivo perché al triage in servizio c’era un solo infermiere a gestire l’utenza che iniziava ad affollare l’ingresso». La donna ricostruisce l’incubo mettendo in fila i ricordi di quelle ore senza fine trascorse accanto a tanti sfortunati compagni di viaggio. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza

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