Il prefetto Antonio Reppucci si alza di buon’ora: è un’antica abitudine presa nei giorni difficili. L’alto funzionario del ministero dell’Interno ha gestito enti pubblici territoriali in aree complicate della regione. Tre per tutti: Rosarno, Gioia Tauro e Limbadi. Il ritorno nel Cosentino, dove ha rappresentato il Governo, lo pone adesso alle prese con la situazione del municipio rendese.
L’ex assessore ai Lavori pubblici, Pino Munno, è attualmente investito dal divieto di dimora in tutta la provincia perché sospettato di aver mantenuto rapporti con esponenti delle cosche “confederate” della ‘ndrangheta; il sindaco, Marcello Manna, posto agli arresti domiciliari e poi scarcerato per mancanza di gravità indiziaria dal Tribunale della libertà, nell’ambito della medesima inchiesta - “Reset” -, è tornato in carica. Manna e Munno, dalle loro diverse posizioni hanno respinto dall’inizio ogni ipotesi di accusa.
Antonio Reppucci, a capo di una commissione di accesso nominata dal prefetto Vittoria Ciaramella, comincerà stamane il suo lavoro di analisi ed esame degli atti amministrativi compiuti dalla giunta comunale. Atti che saranno esaminati con l’ausilio tecnico fornito dal comandante del Reparto operativo provinciale dei carabinieri, il tenente colonnello Dario Pini e dal vicequestore della Polizia di Stato, Giuseppe Zanfini.
Delibere, bandi, assegnazioni, graduatorie, gestione dei fondi saranno letti in controluce dai commissari per verificare la liceità delle determinazioni assunte dagli amministratori locali. Si tratta di una attività di verifica prevista dalla normativa che disciplina l’intero settore.
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