
Una donna, medico dell’Asp, morì cinque anni fa dopo l’inutile ricorso alle cure ospedaliere. Per il decesso della paziente il Tribunale ha condannato l’Azienda sanitaria provinciale al pagamento di una ingente somma di denaro. I magistrati che hanno esaminato la vicenda su richiesta dell’avvocato Massimiliano Coppa, hanno ravvisato ipotesi di gravi responsabilità diagnostiche ed assistenziali in capo ai sanitari dell’Annunziata che ebbero in cura per oltre un mese la cinquantunenne professionista che si era rivolta al pronto soccorso del nosocomio cittadino nell’aprile del 2017 per un gonfiore al piede (linfedema). La donna venne poi inviata per le gestione della patologia al servizio di dermatologia dello stesso ospedale dal quale venne dimessa subito dopo essere stata sottoposta ad una veloce visita ambulatoriale.
Il Tribunale ha riconosciuto le responsabilità dell’Asp esaminando le relazioni redatte dai consulenti della parte offesa - nominati dall’avv. Coppa -. Si tratta dei professori Vincenzo Pascali, Ordinario di Medicina Legale nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Massimo Fantoni, responsabile Unità di Consulenza Infettivologica della stessa struttura sanitaria capitolina.
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