Numeri da paura. Duecentottanta denunce in poco più di due anni. Il fenomeno dello stalking ha assunto nella nostra provincia dimensioni preoccupanti: le sezioni specializzate attivate negli uffici di carabinieri e polizia registrano una impennata di segnalazioni che giungono da donne inseguite, molestate, minacciate da ex partner incapaci di accettare la fine del rapporto o da aspiranti partner che pretendono di instaurarlo. Pedinamenti, messaggi telefonici, chiamate telefoniche, irruzioni nei luoghi di lavoro delle vittime, segnano i passaggi cruciali degli “attacchi” sferrati dagli uomini respinti. Le procure di Cosenza e Castrovillari, dirette da Mario Spagnuolo e Alessandro D’Alessio, hanno chiesto e ottenuto dai Gip decine di provvedimenti cautelari emessi a tutela di ex mogli, fidanzate e compagne costrette a vivere, altrimenti, esistenze da incubo. Lo stalker, infatti, non molla la presa neppure davanti al silenzio, al distacco della vittima. È capace di perseverare all’infinito, come in preda a una ossessione. Spesso è capitato - una ventina i casi segnalati all’autorità giudiziaria - che lo stalker riprenda a colpire anche dopo la notifica di un “divieto di avvicinamento”. In questo caso si aprono le porte del carcere o, in via meno afflittiva, vengono applicati gli arresti domiciliari. Dipende dalla gravità delle condotte tenute dall’indagato.
Gli approfonditi studi compiuti per interpretare, codificare e neutralizzare gli stalker hanno consentito d’individuarne diverse tipologie.
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