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Marcello Manna resta "confinato" fuori da Rende

Il Tdl di Catanzaro ha confermato il provvedimento con cui il gip di Cosenza, Piero Santese, aveva imposto al sindaco rendesse il divieto di ingresso e dimora nel comune che amministra ininterrottamente dal 2024.

Il Tdl di Catanzaro ha confermato il provvedimento con cui il gip di Cosenza, Piero Santese, aveva imposto al sindaco rendese il divieto di ingresso e dimora nel comune che amministra ininterrottamente dal 2014. Respinto il ricorso dell'avvocato Nicola Carratelli e parzialmente accolte le tesi dei pm Margherita Saccà e Giuseppe Visconti e del procuratore Mario Spagnuolo. Manna è indagato per turbativa d'asta e corruzione e si protesta innocente. I giudici del Riesame hanno ritenuto sussistente l'ipotesi di reato della turbativa d'asta.

Attualmente rimane sottoposto a interdizione per 9 mesi pure ii vicesindaco di Rende Anna Maria Artese, segretario cittadino del PD ora sospesa dal partito.

Il Tribunale del Riesame ha riconosciuto l’impianto accusatorio solo in merito al capo di imputazione della turbativa d’asta e per questo motivo ha confermato il divieto di dimora. E’ stato invece annullato il capo di imputazione sulla presunta corruzione in concorso.

Il difensore di Manna, l’avvocato Nicola Carratelli, ha annunciato ricorso per Cassazione. Manna, nelle scorse settimane, è stato sospeso dal suo incarico dal prefetto di Cosenza.

Le dichiarazioni di Carratelli. Con riferimento alla odierna decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro, che nel confermare la misura cautelare del divieto di dimora in Rende ha comunque annullato l’ordinanza del GIP con riferimento all’ipotesi di corruzione, per insussistenza di gravità indiziaria, va evidenziato come la radicale esclusione del più grave delitto corruttivo, per il quale il Pubblico Ministero, nella sua richiesta, ed il GIP, nella sua ordinanza, avevano speso lunghe e corpose argomentazioni, riduca in maniera notevolissima la ragione per la quale il Sindaco di Rende democraticamente eletto non possa momentaneamente svolgere il suo mandato, ravvisabile soltanto nell’essersi egli interessato, quale amministratore attento e sensibile ad ogni problematica sociale, affinchè la gara d’appalto per la gestione del centro diurno per minori disagiati venisse utilmente svolta, onde garantire la prosecuzione di quel delicato ed importante servizio, senza alcun vantaggio, senza alcun interesse, tantomeno di tipo elettorale, e, soprattutto, nella piena consapevolezza di aver comunque agito in termini di assoluta legalità.-
La ferma negazione, da parte del Tribunale della Libertà, della gravissima ipotesi corruttiva, per la quale i magistrati inquirenti ieri intervenuti all’udienza camerale avevano particolarmente insistito, rappresenta, nel contesto di un’indagine capillarmente estesa all’integrale azione amministrativa di Marcello Manna (gli hanno “fatto le pulci”!), la più evidente e netta riprova della complessiva legittimità e liceità della sua attività, nonchè un risultato pienamente positivo per le tesi difensive, che saranno prossimamente definitivamente accolte anche quanto alla residua contestazione di turbativa d’asta.-

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