«Dovevamo scegliere se rimanere nelle abitazioni mentre il Grammisato, in un clima di terrore e frastuono delle acque impetuose e degli alberi che si spezzavano, si gonfiava pericolosamente, per tenere sotto osservazione le nostre case, oppure salvaguardare le nostre vite. Abbiamo scelto, ovviamente, quest’ultima opzione, andando a dormire in una casa di fortuna dello Scalo di Rossano, sperando che il torrente non rompesse definitivamente gli argini portando vie la casa e le nostre cose». Sono gli abitanti delle prime due case, della contrada Vallate dell’area urbana di Rossano, attigue al torrente che, ritornati ieri mattina nella zona, hanno allertato la protezione civile regionale e comunale che sono giunte sul posto assieme al sindaco Flavio Stasi, i vigili del fuoco, dove hanno potuto notare il possibile disastro che subirebbero le case e gli abitanti della contrada nel caso in cui quella minima parte di argini, più volte segnalata, dovesse cedere. Una situazione che si riscontra anche in numerose altre zone attraversate da quei torrenti, responsabili della disastrosa alluvione di sette anni fa, che ancora oggi, nonostante, i fondi stanziati dalla Regione per il dissesto idrogeologico, così come ha avuto modo di far presente il primo cittadino di Corigliano Rossano, non sono stati messi in sicurezza. Tra le zone più interessate la Strada provinciale 188 che da Rossano conduce in montagna, dove le cunette ostruite hanno impedito il deflusso delle acque che hanno assunto la fisionomia di fiumare. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza