C’era la cocaina e oltre una tonnellata di rame di provenienza illecita nella cittadella degli zingari di via degli Stadi. Quando le auto della polizia hanno varcato il confine di quel villaggio sulla sommità della collinetta, a sud-ovest dell’area urbana bruzia, l’aria si poteva tagliare a fette. Non accadeva da un po’ che lo Stato superasse il limite e facesse capolino in quel luogo fortificato. I residenti , quindi, non erano preparati, si presume, alla visita d’un ospite così importante. Anche le vedette, quelle messe lì a controllare le entrate e le uscite dall’enclave, sono state colte di sorpresa. E così all’iniziale fuggi fuggi è seguito il silenzio, la calma piatta. Nella piazza sono rimasti i più recalcitranti a sfidare i poliziotti con lo sguardo e le minacce sussurrate a mezza bocca. Il resto della popolazione, invece, è sparita nelle case incrociando le dita e sperando che il danno fosse contenuto. E così, in questo clima inedito e pieno di tensione, sono partiti i controlli disposti dal questore Michele Maria Spina.
In un parcheggio privato gli agenti della mobile e della volante – coordinati dai vicequestori Angelo Paduano e Domenico Lanzaro – hanno trovato, nascosta sotto un telo, una matassa di rame del peso di circa una tonnellata e mezzo. Nelle vicinanze c’erano ancora i residui di plastica dei cavi che, con molta probabilità, erano stati scuoiati di recente.
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