Alla fine ci hanno pensato i vigili del fuoco a mettere in (relativa) sicurezza il plesso della scuola per l’infanzia “Evelina Cundari” di via Roma. Ai pompieri è bastato un sopralluogo per chiudere due aule e due rampe di scale della struttura che da anni soffre un male endemico e, a quanto pare incurabile o se si preferisce – come si capirà nel seguito della storia – curato in modo discutibile. Comunque, com’era prevedibile, una parte del plesso è stata interdetta, sigillata, chiusa col nastro bicolore.
Tanto tuonò che piovve, si potrebbe dire. E nei giorni scorsi è piovuto tanto e acqua ne entrata un bel po’ nella scuola per l’infanzia. Ma non era un fatto mica un fatto inedito. Non era la prima volta, infatti, che dal soffitto l’acqua grondasse come una cascata e venissero giù pezzi d’intonaco. Per quanto l’episodio rappresentasse un fatto grave nessuno si meravigliò. Nessuno si meravigliò perché la storia è nota ormai da almeno cinque anni o giù di lì. L’acqua nel plesso della “Cundari” ha iniziato a far capolino con una certa enfasi dal 2017.
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