Il dirigente generale calabrese della Polizia di Stato, Luigi Carnevale, è stato per quattro anni l’«angelo custode» di Papa Francesco. L’alto funzionario del ministero dell’Interno ha infatti diretto l’Ispettorato generale del Vaticano vegliando sul Pontefice anche quando è stato ricoverato nell’estate dello scorso anno al policlinico Gemelli di Roma. Nell’occasione, Carnevale organizzò un dispositivo di sicurezza “discreto” mobilitando 25 agenti pur di assecondare la volontà di Jorge Bergoglio di arrivare nella struttura sanitaria senza scorta. L’alto dirigente della Pubblica sicurezza - calabrese doc - ha seguito il massimo esponente della Chiesa cattolica anche in tutti i viaggi all’estero, divenendo una persona di sua assoluta fiducia. Carnevale passa adesso dall’altra parte del Tevere per assumere la guida dell’Ispettorato di Polizia al Senato della Repubblica. Il Papa lo ha ringraziato per l’intenso lavoro svolto in questi anni e si è complimentato per l’importante nuovo incarico che è stato chiamato ad assumere. Luigi Carnevale ha sempre avuto con la sua terra di origine un rapporto speciale: a Cosenza ha guidato fino alla metà degli anni 90 la squadra mobile, firmando la prima poderosa inchiesta contro le cosche cosentine della ‘ndrangheta - l’operazione “Garden” - conclusasi poi processualmente con decine di pesanti condanne inflitte a boss e picciotti delle ‘ndrine bruzie. L’alto dirigente torna spesso nel capoluogo della Calabria settentrionale dove risiedono i familiari della moglie, pure lei funzionario di Polizia. Carnevale prima di approdare in Vaticano ha guidato la Mobile di Brindisi, è stato vice alla Mobile di Roma, poi consulente della Commissione antimafia, responsabile della sicurezza del presidente della Camera, responsabile della Polizia scientifica italiana per approdare infine alla Città del Vaticano. Nella sua carriera è stato promosso per meriti speciali per il grosso contributo offerto nella lotta alla criminalità organizzata.