Francesco Adduci, il cinquantaseienne cassanese arrestato a metà novembre in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Catanzaro nell'ambito delle indagini sul duplice omicidio avvenuto il 4 aprile scorso ai danni di Maurizio Scorza, 57 anni, di Cassano, e della sua compagna, la 38enne tunisina Hanene Hedhli, resta in carcere. A deciderlo è stato ieri il Tribunale del Riesame di Catanzaro che ha respinto l’istanza di scarcerazione presentata dal collegio difensivo di Francesco Adduci composto dagli avvocati Andrea Garofalo e Salvatore Sangiovanni. L’uomo era stato arrestato «sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di concorso, con soggetti allo stato ignoti, in duplice omicidio con l'aggravante della premeditazione, nonché del metodo mafioso e dell'agevolazione mafiosa». Per gli inquirenti avrebbe attirato «con l'inganno Maurizio Scorza all'interno del proprio podere, ove poi quest'ultimo trovava ad attenderlo i propri sicari». Ad incastrarlo, secondo quanto emerso dal fascicolo d’indagine della Direzione distrettuale antimafia, sarebbero una serie di prove a suo carico, prima fra tutte, il ritrovamento di alcuni pezzi di vetro nel suo podere che le indagini della scientifica avrebbero detto appartenere all’auto di Scorza. Nei giorni scorsi il gip del Tribunale di Catanzaro, Chiara Esposito, a seguito dell’interrogatorio di garanzia, aveva confermato per lui la misura cautelare in carcere. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza