Primi interrogatori di garanzia nell’ambito della operazione che nei giorni scorsi ha portato alla esecuzione di 6 misure cautelari in carcere nei confronti di altrettanti indagati, a vario titolo, per una serie di reati tra cui l’omicidio di Pasquale Aquino, il tentato omicidio di Cosimo Marchese e reati che vanno dall’occultamento di armi clandestine, spaccio di droga, estorsioni e danneggiamenti. Tutto aggravato dal metodo mafioso. Tra i primi ad essere ascoltati è stato nel carcere di Cosenza Francesco Lepera, 21 anni appena, ritenuto dagli inquirenti quale esecutore materiale dell’omicidio di Pasquale Aquino, 57 anni, ucciso davanti alla porta della propria abitazione a Schiavonea. Il ventunenne, difeso dall’avvocato Antonio Fusaro, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Anche il “suocero” Giorgio Arturi, difeso dall’avvocato Pasquale Di Iacovo, non ha inteso rispondere alle domande del giudice nel corso dell’interrogatorio che si è tenuto nel carcere di Palmi, il l’uomo di trova detenuto per altre vicende e dove è stato raggiunto dalla ulteriore misura cautelare per il reato di concorso in omicidio. Infine dinanzi al Giudice delle indagini preliminari delegato dalla Dda di Catanzaro è comparso anche Francesco Cufone, difeso dall’avvocato Rodolfo Alfieri e anche lui si è avvalso della facoltà di non rispondere. Pasquale Aquino è caduto sotto una scarica di proiettili esplosi con una pistola calibro 7,65 e una mitraglietta “Skorpion”. Come detto per i magistrati è stato Francesco Lepera a premere il grilletto dopo aver raggiunto il luogo dell’agguato in bicicletta coprendosi il viso con una mascherina chirurgica. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza