Si stanno concludendo in questi gironi gli interrogatori di garanzia dei soggetti coinvolti nella operazione antimafia della Procura di Catanzaro che ha visto emettere 12 misure cautelari, 6 delle quali in carcere, eseguite dai carabinieri del reparto territoriale di Corigliano Rossano nei confronti di un gruppo di soggetti che sarebbero i responsabili anche dell’omicidio di Pasquale Aquino e del tentato omicidio di Cosimo Marchese. Ad essere ascoltato dal giudice nella giornata di martedì scorso è stato il giovane Bruno Arturo 19 anni, il quale a differenza dei soggetti già ascoltati, che si son avvalsi della facoltà di non rispondere, ha deciso invece di parlare. Assistito dal proprio legale di fiducia , avvocato Antonio Pucci, il diciannovenne si è professato innocente ed estraneo a tutti i reati a lui contestati. Nei giorni scorsi erano stato ascoltati, Francesco Le Pera, Giorgio Arturi (padre di Bruno), nonché Francesco Cufone e Manuel Intrieri. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere tra cui proprio Le Pera che per gli inquirenti è da considerarsi l’esecutore materiale dell’omicidio di Aquino e capo del commando che ha tentato di uccidere Marchese che però è sfuggito alla morte. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, dei reati che vanno dall’occultamento di armi clandestine, spaccio di droga, estorsioni e danneggiamenti ed anche se vi sono ancora alcuni nodi da sciogliere e aspetti da chiarire, il quadro degli eventi in cui sono maturati sia l’omicidio di Aquino che il tentato omicidio di Marchese riporta per gli investigatori alla guerra per il controllo del mercato dello spaccio di droga sul territorio e in particolare la piazza di Schiavonea.