Circa 1800 metri quadri di amianto ricoprono un capannone sito in via Da Vinci, a Taverna, e seminano paura tra i residenti. Una paura ben motivata la loro, se ci si reca sul posto e si osservano quelle lastre di eternit, frantumate dal logorio del tempo, con le quali convivono questi montaltesi, consapevoli che adiacente alle loro case, ai loro giardini, c’è un killer silenzioso pronto a minacciare la salute. Proprio in questa area, che si estende da via Verdi fino all’ex quartiere Stazione, in questi ultimi anni si stanno registrando diversi casi di leucemie e patologie tumorali che fanno aumentare la preoccupazione tra i residenti. Tra questi Maria Luisa Gencarelli, la cui abitazione è a pochi metri dal capannone, motivo per cui, dal 2012, sta segnalando a tutte le autorità competenti la problematica ma senza ricevere né risposte. Solo l’Ona sta supportando la donna in questa battaglia di difesa al diritto alla salute. La signora Gencarelli ci ha raccontato tutto il suo calvario. «Abbiamo paura anche a respirare - ha esordito - mia suocera si è ammalata di tumore, mia zia anche, mio figlio ha una dermatite atopica e in questa zona si sono registrati 5 casi di leucemia. Viviamo nel terrore e io sono finita da uno psicologo perché ho paura soprattutto per i miei figli. Mi affaccio e mi trovo davanti l’ecomostro». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza