Un emendamento inserito in coda ad un legge finanziaria, quello approvato lo scorso venerdì 23 dicembre dal Consiglio Regionale, dal quale emergerebbe che l’indizione di nuovo referendum, per abrogare la legge scaturita da un precedente referendum, si può avviare dopo 15 anni dall’entrata in vigore della stessa. Un provvedimento che potrebbe apparire come una tegola abbattutasi sulla testa dei rappresentanti del comitato per il ritorno all’autonomia dei due ex comuni di Corigliano e Rossano e soprattutto per bloccare gli stessi nel proseguimento dell’attività di raccolta delle firme da apporre sui moduli forniti dalla stessa Regione Calabria, per l’indizione dell’apposito referendum di ritorno alla situazione originaria antecedente all’istituzione della città unica. Ma per il presidente del comitato antifusione, architetto Mario Gallina, «la legge approvata attraverso un emendamento infilato in coda ad una legge finanziaria secondo la quale occorrono 15 anni per abrogare una precedente legge regionale non sta né in cielo né in terra». L’esponente del comitato antifusione, tuona contro gli autori dell’iniziativa legislativa. «Si tratta – ha detto – di un provvedimento contro la nostra proposta di legge di ritorno all’autonomia dei due precedenti comuni che potranno dire la loro nel panorama dei comuni di media grandezza senza perdere la loro identità ed autonomia. Si è trattato – ha aggiunto – di una cosa da briganti per impedire alla nostra iniziativa di andare avanti». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza