Cosenza

Lunedì 29 Aprile 2024

Cosenza, pronto soccorso in affanno si entra solo in “codice rosso”

I bagordi di Natale, le tavolate a metro con parenti e amici, le serate in discoteca. La nostra voglia di normalità e le nostre dimenticanze hanno riportato la storia della pandemia sul ciglio del baratro col virus che sembra essere ritornato ovunque. Negli ultimi giorni, l’Asp ha ripreso il filo aritmetico riannodando la cronologia degli eventi dentro i bollettini che si sono gonfiati di nuovi casi e nuovi ricoveri. Tra il 25 dicembre e ieri sono finiti a referto ben 21 malati in più nei reparti ordinari. Ieri, sono stati censiti 95 nuovi positivi, uno dei quali è stato trasferito in terapia intensiva a Catanzaro mentre un altro, meno grave, è rimasto in attesa d’un letto all’“Annunziata”. Ma più che il Covid spaventa la capacità di risposta della nostra sanità rispetto all’emergenza di questo nuovo sbocco pandemico-influenzale. Ed è, prevalentemente, nella prima linea dell’ospedale hub che l’assistenza si trasforma in un immenso buco nero in cui tutto precipita e dal quale tutto ritorna. Un reparto senza più medici (in due hanno già lasciato il Pronto soccorso, un terzo andrà via a fine mese) con un primario costretto a coprire turni di giorno e di notte e dove si tenta di mantenere in piedi i fragili argini del cordone sanitario con un manipolo di nuovi infermieri e qualche altro medico di rinforzo in servizio “aggiuntivo”. Il Covid e l’influenza stagionale moltiplicano gli accessi rivelandosi furie rotolate nelle stanze del già claudicante reparto d’accoglienza. I distintivi dell’esperienza e delle ampie capacità professionali di chi lavora da anni nella sanità dell’emergenza-urgenza dell’“Annunziata” non bastano più a fronteggiare la pressione che rischia di scorticare la tenuta del Pronto soccorso, l’ultima frontiera tra la speranza di sopravvivere e la disperazione di non farcela. Una linea di confine che è tornata ad essere luogo di conflitto e di sofferenza. Da ieri sera, sono stati limitati gli accessi. I mezzi di soccorso del 118 “sbarellano” solo pazienti in codice rosso. Quelli gialli, invece, vengono ridistribuiti tra i vari Spoke della rete territoriale del Cosentino. È il tentativo estremo per evitare che l’emergenza continui a riempire un solo Pronto soccorso già ridotto a un ammasso di corpi e di lamenti.

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