Ogni tanto è bello e fa bene imbattersi in una storia di buona sanità. Anche se in questo caso la storia che ci è stata raccontata forse meriterebbe di essere narrata come un caso di “buona umanità”. Il fatto è accaduto nei giorni scorsi al pronto soccorso dell’ospedale “Compagna” di Corigliano, spesso al centro di feroci polemiche, come anche per le altre unità di primo soccorso, per i disagi con cui devono far fronte quotidianamente i pazienti e i loro familiari. Spesso non per colpa dei medici, anzi la maggior parte delle volte si perde la pazienza per le lunghe attese dovute al fatto che sono proprio i medici a mancare, così come gli infermieri, quasi sempre lasciati da soli a far fronte a turni massacranti. I quadro non certo edificante per la sanità locale ci imbattiamo in una famiglia il cui epilogo della loro esperienza di certo è triste, perché il loro congiunto è sì deceduto, ma che hanno potuto contare sul supporto e conforto di una sanità che mostrato il suo lato non solo professionale quanto umano. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza