Cosenza

Venerdì 22 Novembre 2024

Corruzione a Cetraro, Aieta interrogato per sei ore: parlano anche i sindaci

Giuseppe Aieta

È durato oltre sei ore l’interrogatorio dell’ex consigliere regionale Giuseppe Aieta davanti al gip del Tribunale di Paola, Rosamaria Mesiti. Aieta ha negato ogni addebito e ha ribadito che con nessuno degli altri indagati c’è mai stato alcun accordo corruttivo. L’ex sindaco di Cetraro è accusato dalla Procura di Paola di corruzione elettorale nell’ambito di un’inchiesta che prese il via nel febbraio del 2020 quando i finanzieri perquisirono l’abitazione e la segreteria politica di Aieta. L’attività investigativa proseguì e nei giorni scorsi il gip Mesiti ha emesso nei suoi confronti un divieto di dimora in Calabria. Ieri mattina, l’ex sindaco di Cetraro è tornato nel Cosentino per affrontare l’interrogatorio accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Vincenzo Adamo. Acri, il sindaco Capalbo rompe il silenzio Il sindaco di Acri, Pino Capalbo, proprio nella giornata di ieri ha scelto di rompere il silenzio sulla vicenda giudiziaria condividendo a tal proposito alcune sue riflessioni. Innanzitutto, ha dichiarato Capalbo: «Non si può essere garantisti il lunedì e giustizialisti il martedì. Per fortuna viviamo in un Paese in cui vige lo stato di diritto: presunzione di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio». Sul suo ruolo di sindaco Capalbo ha poi aggiunto: «I cittadini di Acri mi hanno riconfermato sei mesi fa, nonostante questa vicenda giudiziaria fosse nota sin dal febbraio 2020, sulla base dei risultati amministrativi raggiunti. Aspetterò, come prevede la norma, l'avviso di conclusione delle indagini per poi chiarire dinanzi alla magistratura la mia assoluta estraneità a quanto mi viene contestato. Bisogna avere fiducia nella giustizia e nei giudici». Acquappesa, il sindaco chiarisce sul caso delle terme Il sindaco di Acquappesa, Francesco Tripicchio, in riferimento alla vicenda termale fa presente che il suo commento pubblico non era relativo alla vicenda giudiziaria in corso. Il primo cittadino aveva affermato: «non avevo dubbi che il tempo sarebbe stato galantuomo e che la Giustizia facesse il proprio corso». Ma alla frase secondo Tripicchio viene data «una interpretazione che non trova alcun riscontro nelle mie parole, che erano e sono riferite ad un concetto ben più ampio ed alto, verso il quale credo nessuno potrebbe mai avanzare dubbi o giudizi stigmatizzanti. Affermare che il tempo è galantuomo e che la Giustizia fa il suo corso è ciò che non solo un rappresentante delle Istituzioni, ma soprattutto ogni cittadino, dovrebbe sempre augurarsi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza

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