L’“Annunziata” ha abbandonato da tempo i suoi connotati di polo per le alte specialità. L’elevata circolazione virale (e non solo il Covid) di queste ultime settimane sta spingendo malati di tutte le età sulle barelle e i lettini oltre quel confine disperato che è il Pronto soccorso. Nella prima linea dell’ospedale, la vita resta aggrappata a fili insignificanti con gente malata (con patologie spesso facilmente risolvibili sul territorio) che resta in coda nonostante l’arrivo di infermieri e oss inviati a dare un senso alla resistenza sanitaria. Il tentativo disperato del nuovo management che affianca il commissario Vitaliano De Salazar (con Francesco Amato alla direzione sanitaria e Achille Gentile a guidare l’ala amministrativa) per adesso non ha cambiato il destino dell’ospedale. La rigenerazione ipotizzata si è fermata davanti all’ascensore: impossibile il trasferimento di malati nei reparti. Manca lo sbocco naturale perché nelle aree della degenza di Chirurgia e Medicina non si trova un buco nemmeno per gli acuti. I tanti accorpamenti decisi in tredici anni di commissariamento hanno prodotto il taglio di posti letto e di personale. E, adesso, mancano le risorse per i rinforzi e le corsie continuano a restare vuote. Medici e, soprattutto, infermieri sono diventati merce rara da tempo. La pianta organica prosciugata dal mancato turn over ha finito per restringere la cruna degli accessi anche nella degenza pediatrica (mancano gli infermieri specializzati nelle cure ai bambini). L’ondata del virus sinciziale ha trascinato su una faglia instabile le aree di Neonatologia e Pediatria, scorticando la pressione dei reparti infantili fino al limite della saturazione.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia