Cosenza

Lunedì 25 Novembre 2024

Cosenza, Imu e acqua è record di evasione

Francesco Giordano

Le dimensioni del disavanzo del debito pubblico rappresentano l’ultimo miglio nella storia delle finanze di Cosenza, zavorrate da sempre da crediti difficilmente esigibili e prosciugate dalla cronica evasione tributaria. Sotto la maschera del formalismo contabile si dovranno chiudere le falle degli sprechi che in questi anni hanno spianato la strada verso il dissesto. E si dovrà necessariamente recuperare quelle voci da sempre “mancanti” nella contabilità di Palazzo dei Bruzi: Imu (il recupero evasione nel 2021 è stato del 5,429%), Tari ordinaria (37,69%), recupero dell’evasione della Tari (5,43%) e Cup ordinario (12,837%). La rinascita economica di Palazzo dei Bruzi passerà necessariamente da scelte politiche che dovranno essere impalcate sull’ottimizzazione e la razionalizzazione delle spese per i servizi essenziali che dovranno, comunque, essere garantiti alla città. E, naturalmente, si dovrà spingere su un maggiore impatto delle entrate tributarie. L’idea della rateizzazione delle cartelle del delegato, Raffaele Fuorivia, ad esempio, è l’apertura dell’ente a una diversa considerazione del cittadino-contribuente. Servirà una fede incrollabile per sperare in una riscossione efficace (secondo l’assessore Francesco Giordano, basterebbe raggiungere il 40% per avere riscontri contabili). Ma non sarà facile. Del resto, non lo è mai stato per nessun sindaco. È anche per questo che i conti del Municipio sono andati in rosso fino a sprofondare nel dissesto dichiarato nel 2019. La dimensione contabile più recente è quella del disavanzo certificato al 31 dicembre del 2021, di poco inferiore ai 24 milioni di euro (esattamente 23.885.932,99). Ma l’ultima Finanziaria dello Stato ha sparato il disavanzo a 219.875.320 euro. Un passivo enorme che genera una contabilità apparentemente insostenibile.

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