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Rende, perseguitava l'ex compagna: arrestato un 30enne

Perseguitava l'ex ed è stato arrestato. I carabinieri di Rende hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale nei confronti di un 30enne di Cosenza, indagato per il reato di atti persecutori (è comunque da ritenersi presunto innocente fino a sentenza).
L’uomo era stato già ammonito dal Questore di Cosenza per le reiterate condotte di minaccia e molestia poste in essere nei confronti dell’ex compagna. I militari dell’Arma, a seguito della denuncia sporta dalla donna, hanno ricostruito la tormentata relazione con l’indagato al quale era stata legata per circa sei anni e con cui aveva avuto un figlio. La vittima ha riferito che il compagno era sempre stato aggressivo e violento e che era riuscita a tollerare questi comportamenti sino a qualche anno fa. Tuttavia, nonostante alcuni tentativi di riappacificazione e di ricostruzione della relazione, l’uomo ha continuato a mostrare la propria aggressività, comportamenti che hanno indotto la donna a troncare definitivamente ogni rapporto nell’estate scorsa. Da quel momento, l’uomo, che non aveva accettato la sua decisione, ha iniziato a tormentarla senza sosta, con continue offese e turpiloqui, minacce ed appostamenti. Era la paura della sua reazione che ha spinto la donna a non denunciare in un primo momento. Ma l’uomo era sempre più aggressivo e molesto, continuava a tempestarla di telefonate e messaggi dal contenuto ingiurioso, minacciandola di morte e intimandole di ritirare le accuse nei suoi confronti. Gli appostamenti avvenivano sotto casa, sul luogo di lavoro in cui intimidiva i presenti e durante le uscite della donna. In un episodio in particolare l’uomo, individuata l’autovettura della vittima, si appostava per attendere il suo ritorno per poi aggredirla fisicamente colpendola a mani nude dopo che la donna aveva chiesto ad un’amica di riaccompagnare il figlio a casa. Le condotte persecutorie hanno portato la donna all’esasperazione, cagionandole un perdurante e grave stato d’ansia tali da non presentarsi più a lavoro né accompagnare il figlio all’asilo per paura di poterlo incontrare.
Le minacce erano state estese a chiunque sosteneva la donna, familiari, amici, persino il suo legale il quale, proprio nella notte di uno degli ultimi episodi di aggressione, ha subìto l’incendio della porta d’ingresso del suo studio.
L’uomo è stato trasferito in carcere.

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