«Un’assunzione non per meriti ma per ragioni legate al procacciamento di voti». Gli inquirenti non hanno dubbi nell’evidenziare che tra il sindaco di Longobucco Giovanni Pirillo e l’ex consigliere regionale Giuseppe Aieta ci sia stata la promessa di voti in cambio di un lavoro per il figlio di Pirillo. A supporto di ciò il gip del Tribunale di Paola inserisce i diversi messaggi e comunicazioni whastapp intercorse tra persone dello staff di Aieta e lo stesso ex sindaco in cui è evidente come, a un certo punto, il politico si impegnasse per un contratto di collaborazione in Regione a favore del figlio di Pirillo. Nello specifico, è emblematico, per i pm, un messaggio dell’11 ottobre del 2019 nel quale un collaboratore di Aieta pronuncia frasi offensive nei confronti del figlio del sindaco di Longobucco. Per il gip Rosamaria Mesiti, tale affermazione «la dice lunga sulla preparazione professionale del curriculum dello stesso, soggetto che evidentemente non viene assunto per meriti ma per ragioni legate al procacciamento di voti». Nell’ordinanza con cui il gip ha imposto il divieto di dimora ad Aieta, sono descritti i capi di imputazione che coinvolgono l’ex consigliere regionale con tutti gli altri indagati. Per la posizione di Giovanni Pirillo, però, il gip di Paola ha dichiarato l’incompetenza territoriale e trasmesso gli atti. Quindi, la sua posizione come quella del sindaco di Acri, Pino Capalbo, e di altri sono state stralciate.
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