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A Cosenza anche i ricchi diventano "poveri": i rincari sfiorano il 9%

Le rotte della sopravvivenza sono state compromesse da una crisi progressiva che, con i salari, si è mangiata anche i risparmi.

ANSA/MARIO DE RENZIS

La rabbia e la sofferenza marcano la linea del tempo dietro le quinte di una vita che si è, purtroppo, complicata. La guerra ha cambiato la storia del mondo occidentale, già modificata dallo strazio della pandemia e dalle speculazioni. E non sono solo i rincari a condizionare l’economia ma c’è una commercializzazione che risente della paralisi delle materie prime persino nel settore farmaceutico. Le correnti depressionarie stanno spazzando via le ultime risorse occupazionali rimaste in cambusa dopo due anni di lockdown intermittenti. Scenari che, soprattutto in questo Sud del Sud dell’Italia, amplificano le disuguaglianze sociali. Le rotte della sopravvivenza sono state compromesse da una crisi progressiva che, con i salari, si è mangiata anche i risparmi. E così è accaduto che uomini e donne dall’esistenza tranquilla siano piombati improvvisamente all’inferno, in mezzo alla miseria e alla fame. Vacilla la filiera sostenibile sotto i colpi dei rincari che negli ultimi vent’anni hanno dato forma a una valanga che è rotolata sul sistema-famiglia. La febbre maligna è scesa sul potere d’acquisto sterilizzato dall’inflazione. Il dato più recente stimato dall’Istat ha evidenziato, a Cosenza, un indice dei rincari dell’8,9%. E sullo sfondo c’è il vuoto assoluto con il rischio che il pieno troppo caro acceleri il processo di destabilizzazione sociale in corso.

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