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Migrazione malati calabresi? Costata quanto 10 nuovi ospedali. Cosenza spendacciona

L’analisi delle spese affrontate per i viaggi della speranza fuori regione sotto la lente della Corte dei Conti. Dal 2012 al 2021 la regione ha dovuto sborsare 2,7 miliardi di euro totali

C’è una sanità che non assomiglia più a niente dopo tredici anni nel tritacarne di un inutile commissarimento. Un passaggio a vuoto che si è rivelato un lievito amaro per gli ospedali di questa terra che, senza più medici e posti letto, non sono più riusciti a garantire servizi e assistenza. Qui, ormai, visite, ricoveri, esami e terapie faticano a risalire da code senza fine. Il Covid è stata l’ultima pietra d’inciampo per un sistema salute ridotto a brandelli. Il meccanismo perverso delle sforbiciate a casaccio, l’algoritmo pensato per garantire un limite alla spesa, ha avuto come risultato la crescita dell’indebitamento perché la Regione si è vista recapitare una montagna di fatture di aziende sanitarie non calabresi per il rimborso delle cure fornite ai malati calabresi.

Un decennio al buio

La Corte dei Conti ha provato a ricostruire la mappa del debito pubblico della sanità studiando i dati riportati da ogni singola regione. La Calabria è in fondo alla graduatoria (solo la Campania ha fatto peggio) con un saldo negativo, tra il 2012 e il 2021, di 2.704.576.000 euro. Denari versati per la mobilità sanitaria che corrispondono, più o meno, a quanto la Calabria avrebbe speso per realizzare dieci nuovi ospedali.. La stessa magistratura contabile, analizzando la spesa ormai fuori controllo, ha rilevato come emerga «la forte capacità attrattiva delle regioni del Nord, cui corrisponde quella estremamente limitata delle regioni del Centro-Sud».

Nel Cosentino

La nuova policy di Asp e Azienda ospedaliera prevede proprio il rafforzamento dei cordoni sanitari per limitare esodi di massa come accaduto in questi ultimi anni. L’Azienda sanitari, ad esempio, è costretta ad impegnare un decimo del suo bilancio per rimborsare le strutture extraprovinciali ed extraregionali. Una spesa che sfiora i 100 milioni di euro, poco meno della metà di ciò che è stato speso, complessivamente, dalla Regione nell’ultimo anno. Soldi che potrebbero servire a migliorare la qualità dell’offerta dei servizi e a rendere più immediata l’assistenza.

 

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