Cosenza

Lunedì 25 Novembre 2024

Cosenza, la crisi dilaga cancella 2mila imprese individuali

L’economia cosentina si muove contromano all’interno di scenari che descrivono impulsi di un mercato impregnato di negatività. Una crisi che non ha più solo una fonte d’ispirazione endogena. Il 2022 è andato in archivio dopo un viaggio devastante in mezzo a un campo minato tra minacce nucleari e l’incubo di una povertà che non è solo più una possibilità all’interno di previsioni matematiche. Gli aumenti record di gas, luce e benzina e la crisi delle materie prime hanno trascinato questo Sud del Sud dell’Italia sull’orlo del baratro. Il processo di decomposizione del settore produttivo sembra inarrestabile. L’annuale report di Movimprese fotografa un settore produttivo sempre più in bilico. L’andamento demografico dell’imprenditoria cosentina è impregnato dall’inevitabile incertezza sull’evoluzione del conflitto nel petto d’Europa. Il saldo annuale tra aziende iscritte e cessate, nel Cosentino si chiude con un +353 (ai limiti del valore sbocciato al calar del disastroso 2020, un anno segnato dallo choc della pandemia che inchiodò il differenziale a +338). Il 2021 era spirato con un attivo di ben 1.025 realtà economiche, quasi il triplo dunque di quello registrato all’anagrafe delle Camere di Commercio grazie all’effetto rimbalzo post-Covid. Il ritorno alla normalità drammatica è definito da un’equazione che rivela una picchiata nelle nascite di nuove aziende e la scalata delle attività cessate. Una frenata che si riflette, inevitabilmente, anche nella crescita annuale che si arresta allo 0,51% contro l’1,50 dello scorso anno. Nel 2020, invece, il tasso di crescita era di 0,49. L’andamento del 2022 è, comunque, migliore dei diagrammi complessivi che generò il 2019, l’anno pre-Covid finito in archivio con un saldo (tra nascite e cessazioni) di +153 e un tasso di crescita impercepibile (0,22%).

La mappa cosentina

Complessivamente sono 68.960 le sedi aziendali registrate alla Camera di Commercio, ma solo 57.760 risultano attive. Mentre da un lato si registra l’esistenza di parametri vitali tra le società di capitali (943 iscritte e 239 cessate) con un saldo largamente positivo (+704), dall’altro, invece, proseguono la loro estinzione le ditte individuali, il cui tasso di crescita arretra ulteriormente, trascinato da un differenziale fortemente negativo con ben 2.213 realtà sparite dalla mappa produttiva della provincia rimpiazzate da appena 1.926 nuove attività. Complessivamente, nell’ultimo anno, in città e nel resto della provincia, sono state accese 3.030 nuove insegne mentre altre 2.677 sono state definitivamente spente.

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