L’Annunziata lascia il luogo di ombre nel quale è impantanata da anni per mostrare l’altro suo volto, quello di un ospedale che vira verso la ricerca. Due specialisti dell’Unità di Medicina nucleare, guidata dal primario Antonio Bagnato, hanno raccolto l’esperienza maturata nel tempo in un atlante di anatomia per immagini radiologiche che è stato pubblicato dall’Academic Press di Cambridge (Massachusetts, Stati Uniti), il marchio più prestigioso del colosso della letteratura scientifica Elsevir. I due ricercatori, Mario Leporace e Ferdinando Calabria, allievi del professor Giovanni Simonetti a Roma, hanno scavato dentro duecento casi clinici per dimostrare come dalle nuove tecniche è possibile trovare la chiave per la diagnosi precoce in tutte le malattie. «L’informazione ottenibile con i nuovi sistemi di diagnostica ibrida è di tipo quali–quantitativa e risulta nettamente superiore alla sommatoria delle informazioni ottenibili dalle singole metodiche diagnostiche» hanno spiegato gli autori dello studio che si candida ad essere un Atlante internazionale che parla una neolingua nata dalla fusione di due discipline della moderna diagnostica per bioimmagini: la radiologia e la medicina nucleare. «Nell’arida terra di Calabria, oltre la tecnologia è il capitale umano che incide sull’obiettivo e sul quale oggi più che mai bisogna indirizzare gli investimenti, in particolare in sistemi sanitari deboli come quelli meridionali. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria