Il Parco conteso. Domenco Pappaterra, venerdì scorso, dopo 14 anni trascorsi alla guida del Parco Nazionale del Pollino - uno dei luoghi più belli e meglio organizzati del Paese, che abbraccia Calabria e Lucania - è stato sollevato dall’incarico per avvenuta «decadenza». La comunicazione relativa alla sostanziale rimozione è giunta dagli uffici ministeriali della Capitale poche ore prima che il consiglio direttivo dell’Ente indicasse la terna con i nomi tra cui doveva essere scelto il possibile nuovo direttore del Parco.
Pappaterra, già parlamentare di centrosinistra ed ex commissario dell’Arpacal, era stato nominato l’ultima volta nell’incarico di presidente dal Governo Gentiloni il 15 dicembre del 2017; considerato che il ruolo dirigenziale ha durata quinquennale, era da considerarsi scaduto il 15 dicembre del 2022. Nel frattempo, tuttavia, il 17 settembre dello scorso anno, era stato designato il nuovo consiglio direttivo destinato a rimanere attivo fino al 2026. E qui avviene l’inghippo che starebbe spingendo Pappaterra a proporre ricorso al Tar contro la contestata «decadenza». Nel luglio 2021, considerata la mole di risorse economiche destinate ai Parchi Nazionali grazie al Pnrr, il Governo ha deciso d’intervenire per evitare situazioni di vacatio, nei quadri dirigenziali, approvando un decreto per “allineare” consigli e presidenze in modo da farli scadere insieme.
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