La memoria oltraggiata. Nel largo intitolato alle “Vittime delle foibe” è comparsa una scritta offensiva e antistorica inneggiante a “Nas Tito”. Un gesto vandalico e inutile che offende le tragiche esistenze di migliaia di italiani dalmati e istriani massacrati dalla truppe “titine” alla fine della Seconda Guerra Mondiale lungo l’allora confine orientale del nostro Paese. Uomini, donne e bambini furono costretti a lasciare le loro case per sfuggire alla feroce azione delle truppe iugoslave e della polizia politica che giudicavano “nemico del popolo” chiunque fosse italiano. Non c’entrava essere stati “fascisti” ma bastava solo avere origini nella Penisola per essere costretti a sopportare discriminazioni, violenze e soprusi di ogni sorta.
Nel 2004, mostrando senso di equità e giustizia, il nostro Parlamento ha istituito la “Giornata del ricordo” proprio per riportare alla memoria collettiva quanto era accaduto a tanti nostri incolpevoli connazionali. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 10 febbraio scorso, ha pronunciato un discorso di altissimo profilo sulle foibe e quegli italiani dimenticati per decenni. In molte città sono state deposte corone e celebrate manifestazioni.
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