La Fiera di San Giuseppe come il gambero: un passo avanti e uno indietro. Da una parte si registra la piena volontà dell’amministrazione comunale e in particolare dell’assessore alle Attività economiche e produttive, Massimiliano Battaglia, di realizzare un evento in grande stile e nel periodo tradizionale di metà marzo: dall’altra le rimostranze degli espositori. Le parti sembravano avere trovato un accordo a margine della riunione tenuta giorni fa in Municipio presente pure l’assessore Francesco De Cicco e una delegazione delle associazioni di categoria tanto che è stata annullata un sit-in di protesta che si sarebbe dovuto tenere giovedì pomeriggio. Ma la pubblicazione del bando per l’assegnazione dei posteggi e le indicazioni logistiche della Fiera 2023 ha fatto riesplodere la protesta. In particolare del presidente regionale del settore fiere e feste di Ana Ugl Calabria, Salvatore Alessandria, di Fiva Confcommercio Catania, Fenailp e Cidec Fosapi. Contestata la decisione di richiedere ai venditori del Durc. «Il novanta per cento degli espositori non lo possiede, non c’è più l’obbligo per quanto riguarda il nostro settore», affermano Alessandria e le altre sigle, «inoltre per quanto riguarda la tassa di occupazione del suolo pubblico, fino all’anno scorso abbiamo pagato circa cento euro per lo spazio assegnato, un modulo di tre metri per tre. Quest’anno la somma è stata portata a 150 euro. In base alla legge nazionale sul canone unico avremmo dovuto pagare 50-60 euro. Lunedì abbiamo un appuntamento con gli amministratori per chiedere delle modifiche al bando. Se queste sono le condizioni, non siamo disposti a partecipare alla Fiera». C’è nuovamente maretta insomma.
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