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Quell’inestimabile patrimonio dei beni confiscati nella provincia di Cosenza

Il protocollo per la gestione dei beni confiscati alla criminalità, siglato, nei giorni scorsi, a Catanzaro, alla presenza del ministro Piantedosi, getta una nuova luce su un patrimonio che, spalmato qua e là in tutta la provincia, finora non era stato considerato come tale. L’accordo tra l'Agenzia nazionale per i beni confiscati e la Regione punta a rendere più efficace la valorizzazione, attraverso la destinazione a fini sociali, o comunque a un’utilizzazione più appropriata, di un ventaglio di beni – tra immobili, terreni, e aziende – che i governi locali, finora, hanno considerato (nella migliore delle ipotesi) solo come inutili orpelli. E invece rappresenta una ricchezza inestimabile non solo in termini economici. Partendo dai cosiddetti immobili che, al momento sono ancora nel novero della gestione dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, in provincia se ne contano oltre duecento. Nel dettaglio la città capoluogo ne ospita 4, Rende 1, Mendicino 4. Poca roba rispetto alla costa tirrenica dove il primato lo conquista Amantea con 20, a seguire Scalea 10, Bonifati 8, Belvedere 6, Tortora 6, Cetraro e Falconara Albanese 1 ciascuno. Sulla costa ionica il primo posto è occupato da Corigliano, dove di immobili se ne contano 83, segue Cassano con 15, per passare agli 11 ubicati nel territorio di Rossano, e uno a Mandatoriccio. Nell’entroterra fanno massa i trenta ubicati nel territorio di Spezzano Albanese. Diversa è la conta dei cosiddetti “immobili destinati”, quelli che in qualche modo, si presume abbiano, o dovrebbero avere, già un utilizzo. Otto (tra cui 4 appartamenti in condominio e un terreno agricolo) si trovano nella città capoluogo, altri 8 sono ubicati nel territorio di Rende (tra cui 4 appartamenti in condominio, due garage e un terreno agricolo), altri sei sono censiti nel circondario a ridosso dell’area urbana: uno a San Fili, due (tra i quali una villa) a Marano Principato, uno a Mendicino e due nel comune di Domanico. Sulla costa tirrenica il picco si raggiunge a Scalea dove su un totale di 33 immobili sono compresi 27 appartamenti in condominio e una villa. A seguire se ne trovano 20 nel comune di Belvedere, 17 ad Amantea, 5 a Santa Maria del Cedro, 2 a Fuscaldo, 2 a Fiumefreddo, 1 a Maierà e 1 a Belmonte. Sull’altro versante se ne contano 51 (tra ville, appartamenti e terreni agricoli e edificabili) a Cassano, 19 a Corigliano, 17 a Rossano, 2 a Mandatoriccio, 2 a Roseto Capo Spulico, uno a Trebisacce e 1 a Villapiana. Nell’area Esaro-Pollino se ne trovano 3 a Castrovillari e 1 ad Altomonte.
Analogo discorso quello che riguarda le aziende. Partendo da quelle in gestione dall’Agenzia dei beni confiscati, se ne trovano 4 (tra le quali una rientrante nella categoria degli alberghi e una in quella del commercio all’ingrosso) nel perimetro della città dei bruzi, 1 a Montalto Uffugo, 1 a Rende, 1 a Carolei, 1 a Roggiano Gravina, 1 ad Altomonte, 1 a Tortora, 1 a San Nicola Arcella, 1 a Sangineto 3 ad Amantea, 1 a Fiumefreddo, 7 a Corigliano e 4 a Cassano.
L’inventario si chiude con le cosiddette “aziende destinate” il cui totale fa quarantuno e nel dettaglio se ne trovano 13 ad Amantea 7 a Belvedere, 6 a Cassano, 4 a Santa Domenica Talao, 3 a Corigliano, 2 ad Altomonte e infine una nella città dei bruzi, a Castiglione, Mangone, Cetraro, Paola e Praia a Mare.

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