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Cosenza, pronto soccorso nel caos: indaga la Procura

Sotto la lente dei magistrati in particolare gli esiti dell’ispezione ministeriale del dicembre del 2021 ispirata dai sindacati

Dall’abisso della sanità calabrese emergono periodicamente racconti di sofferenza, di liste d’attesa, di un sistema completamente nudo in mezzo alle sue storiche fragilità. Per anni, i luoghi di cura sopravvissuti ai tagli sono sprofondati tra le maglie di un commissariamento troppo austero. Poi, è arrivato il covid e ha definitivamente piegato il cordone sanitario, riempiendo di ombre e di dolore gli ospedali in questa periferia più remota dell’Italia. Le falle che si sono spalancate nella rete assistenziale, tra la fine del 2020 e la metà del 2022, hanno messo a rischio i diritti elementari dei cittadini che si sono ritrovati inchiodati alla croce di cure negate. Trame che furono descritte nei rapporti di due distinte ispezioni ministeriali concluse con un lungo elenco di prescrizioni. Criticità che, secondo Vitaliano De Salazar, non sarebbero state rimosse. Presunte inosservanze che sono costate il posto di direttore del dipartimento di emergenza-urgenza a Pino Pasqua. Un «atto dovuto», come lo ha definito lo stesso commissario, che non ha mutato la fiducia della dirigenza medica nei confronti del manager che ha incassato il sostegno del fronte sindacale quasi al completo (solo gli anestesisti e rianimatori si sono rifiutati di firmare il documento di fiducia al commissario). Ma accanto al procedimento interno, c’è anche un’inchiesta giudiziaria che esplora eventuali profili di responsabilità penali attraverso un articolato rapporto redatto dai carabinieri del Nas che finì all’attenzione del capo dei pm, Mario Spagnuolo.

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