È allarme criminalità. Mentre ancora si annusa nell’aria l’odore acre del fumo dell’incendio che ha bruciato due container in un cantiere sulla 106 ecco che il risveglio di ieri mattina della città è funestato da ben due atti intimidatori. Ancora una volta ad essere presi di mira sono realtà economiche e imprenditoriali. Una escalation di episodi ravvicinati e minacciosi che non può non scuotere le coscienze della comunità e delle istituzioni. Due le bottiglie incendiarie “recapitate” in una sola notte. La prima è stata ritrovata in un cantiere edile nel quartiere residenziale di Donnanna allo Scalo dell’area urbana di Rossano. L’altra era davanti all’ingresso di un negozio di articoli di importazione cinese in località Frasso alla prima periferia urbana sempre di Rossano. Due bottiglie riempite con liquido infiammabile. Un messaggio chiaro e inequivocabile, come quello lasciato di recente in altri due cantieri. Una situazione che fa ipotizzare un intento estorsivo. Magari la matrice è diversa. Di certo non si tratta più di casi isolati, ma di azioni mirate. E qui le parole restano parole, che fluttuano in aria. Ora dinanzi a tale recrudescenza criminale c’è bisogno di atti concreti in grado di arginare il dilagare di fenomeni criminosi. Perché in meno di un mese salgono a 4 gli episodi di matrice intimidatoria che si sono registrati in città. Almeno questi sono quelli che si conoscono e che sono stati regolarmente denunciati alle forze dell’ordine. Anche ieri mattina, infatti, le vittime dell’atto intimidatorio hanno denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine. Sui due episodi stanno indagando gli agenti del commissario di Pubblica Sicurezza di Corigliano Rossano che si sono recati nei luoghi da cui è giunta la segnalazione del ritrovamento delle bottiglie incendiarie per repertare quanto trovato ed ascoltare le vittime che hanno presentato denuncia. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza