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Paola, sovrintendente aggredito e schiaffeggiato in carcere

Alcuni detenuti pretendevano lo spostamento di 2 africani. Il Sappe invoca rimedi per riportare la legalità

Un sovrintendente di Polizia penitenziaria del carcere di Paola è stato preso a schiaffi da un detenuto. Un gruppetto di reclusi - come riferisce il Sappe - atteggiandosi con modi delinquenziali, pretendevano di far spostare di sezione due persone di origine africana a loro non graditi e prima aggredivano verbalmente con sputi i due africani e successivamente, intervenuto il sovrintendente per ripristinare l’ordine e garantire l’incolumità dei soggetti destinatari di atti di intolleranza, un detenuto lo malmenava, cercando di imporsi con fare mafioso.
A denunciare una situazione non più tollerabile è Damiano Bellucci, segretario nazionale per la Calabria del Sindacato autonomo polizia penitenziaria: «Non è purtroppo la prima volta che anche nel carcere di Paola si verificano aggressioni nei confronti del personale di polizia penitenziaria. Urgono interventi, un congruo incremento di organico per fronteggiare la criminalità che persiste nell’Istituto. Io credo che la Polizia Penitenziaria di Paola, che ha pure dimostrato grande professionalità e senso del dovere, non debba pagare le tensioni legate, sotto il profilo della sicurezza e dell’ordine interno, alle minacce ed alle proteste violente di alcuni ristretti violenti che evidentemente pensano di stare in un albergo e non in un carcere». Donato Capece, segretario generale del Sappe, ricorda come il sindacato segnala da tempo che le carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di chi ha allargato a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. In conclusione si chiede l’espulsione degli stranieri per far scontare nelle loro carceri le pene, attenzione ai detenuti con problemi psichiatrici, nonché più tecnologia e più investimenti.

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