Il vento delle migrazioni sta svuotando intere parti del mondo per riempirne altre. Si sta scrivendo, così, una storia nuova, di uomini e di luoghi geografici. Del resto, l’esodo è un viaggio senza ritorno. Uomini, donne e bambini lasciano la propria terra, la propria casa, la propria storia per ricominciare a vivere altrove, lontano dalle guerre, dalla fame o dalle persecuzioni. Lo fanno, però, spesso di notte, su barconi, carrette del mare marce che vanno incontro al loro fragile destino. Trame che spesso di trasformano in racconti di dolore come l’ultima tragedia davanti alla spiaggia di Cutro che ha sconvolto il mondo. Tanti morti, tante lacrime, tante polemiche. A Roma c’è una frattura sul politicamente corretto e il politicamente scorretto. Si litiga, praticamente, su tutto: interventi in ritardo, mancate segnalazioni, omissione di soccorso, sepolture. Si cercano colpevoli sul posto senza, tuttavia, guardare ai mandanti, i boss che gestiscono il traffico di esseri umani, il business della disperazione. C’è chi s’ingrassa con i sogni di chi è costretto a scappare senza sapere, però, di arrivare. Miserabili che si muovono in una “terra di mezzo” tra grandi affari che nessuno è in grado di fermare.
Accoglienza
Chi sopravvive ai naufragi in mare trova, però, un’Italia accogliente, sempre gravida di ospitalità e di solidarietà. E molti si fermano, riprendono a vivere proprio qui, a Cosenza, e nella sua sterminata provincia. Città e comprensori si ripopolano con residenti non italiani. Dal Pollino alla Sila, dal Tirreno allo Jonio, questa grande area geografica, negli ultimi anni, si è trasformata in un grande laboratorio d’insediamenti interculturali. In particolare, al primo gennaio del 2022, secondo i dati dell’Istat, rielaborati da Tuttitalia.it, nel Cosentino risultano presenti 32.233 cittadini stranieri, con dimora abituale qui da noi. Si tratta del 4,3% della popolazione totale. Rispetto al 2021 (31.483) si registra una lieve crescita ma ne mancano all’appello oltre tremila rispetto al 2020, l’anno del Covid.
Provenienza
Nella mappa dei flussi, la Romania è predominante con 10.986 persone residenti nel Cosentino (pari al 34,08%), di cui 4.726 maschi e 6.260 femmine. Tra gli europei, ci sono, poi, gli albanesi con 1.716 residenti (pari al 5,32%), gli ucraini con 1.712 (5,31%) e i bulgari con 1.573 (4,88%). Crescono gli africani, con la platea dei marocchini che rappresenta la più consistente: 3.550 residenti (1.949 maschi e 1.601 femmine) pari all’11,01% del totale. Complessivamente, dall’intero continente africano, risultano dimoranti in tutta la provincia 7.516 persone (4.895 maschi e 2.531 femmine) che corrispondono a poco meno della metà degli europei (18.865 che formano un 58,53%). Salgono, pure, gli asiatici che hanno raggiunto i 4.697 dimoranti (14,57%). I pakistani, con 1.175 residenti (1.049 maschi e 126 femmine), hanno sorpassato i cinesi che sono scesi sotto quota mille, fermandosi esattamente a 940 (480 maschi, 460 femmine). Molti asiatici lavorano in attività commerciali. Il Brasile, invece, è lo Stato del continente americano più rappresentato con 267 cittadini (104 maschi, 163 femmine). Invece, sono appena 5 (3 maschi e 2 femmine), i portabandiera dell’Oceania. E tutti provengono dall’Australia, unica nazione rappresentata. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza