La Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini formalizzando le accuse nei confronti delle 245 persone (202 raggiunte da provvedimenti restrittivi nel settembre scorso) coinvolte nella maxinchiesta “Reset”. L’atto firmato dal procuratore capo Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dai pm Vito Valerio, Corrado Cubellotti e Margherita Saccà fa registrare alcune novità.
La prima. La comparsa, dopo Danilo Turboli, di un nuovo pentito riconducibile alla criminalità nomade, Ivan Barone, sulla cui portata collaborativa avremo cognizione nei mesi a seguire.
La seconda. La contestazione ai boss ergastolani Gianfranco Ruà e Gianfranco Bruni, del favoreggiamento nei confronti del capo delle cosche “confederate” Francesco Patitucci. I due detenuti avrebbero reso in Assise, lo scorso anno, false dichiarazioni sul duplice omicidio di Marcello Gigliotti e Francesco Lenti, avvenuto nel febbraio del 1985 a Rende, per favorire il capobastone condannato in primo grado al carcere a vita.
La terza. Al braccio destro di Patitucci, Roberto Porcaro, viene contestata la partecipazione nell’omicidio di Giuseppe Ruffolo, consumato nel settembre del 2011, in pieno centro, a Cosenza. La Procura distrettuale ritiene che si sia trattato di un delitto deciso in un contesto prettamente mafioso, come avrebbe confermato in sede di interrogatorio il pentito Danilo Turboli, “azionista” per lungo tempo legatissimo a Porcaro. Per l’assassinio è già stato condannato in primo e secondo grado Massimiliano D’Elia (in appello è stata tuttavia esclusa l’aggravante mafiosa). All’uomo sono stati inflitti 17 anni di reclusione. Era stata peraltro la stessa Dda di Catanzaro a chiedere l’archiviazione per Roberto Porcaro, originariamente finito sott’inchiesta, e a procedere solo contro D’Elia.
Queste le novità cui si aggiunge la circostanza della formale chiusura dell’inchiesta contro il sindaco sospeso di Rende, Marcello Manna e l’ex assessore ai Lavori Pubblici, Pino Munno: le loro posizioni rimangono ben in evidenza all’interno della monumentale indagine. La Cassazione, peraltro, ha nei giorni scorsi bocciato l’ordinanza del TdL di Catanzaro che aveva annullato il provvedimento restrittivo emesso nei confronti di Manna. I giudici di legittimità hanno disposto un nuovo esame della vicenda da parte di una sezione diversa del Riesame.
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