Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Omicidio Lisa Gabriele, il Pm chiede 18 anni per l’ex poliziotto

La ventiduenne trovata cadavere nel 2005 in un bosco di Montalto

L'ex poliziotto Maurizio Mirko Abate

Diciotto anni di reclusione: è la condanna richiesta dal pm Antonio Tridico nei confronti di Maurizio Abate, l’ex poliziotto accusato di aver assassinato la ventiduenne Lisa Gabriele, ritrovata cadavere nel 2005 in un boschetto di Montalto.
La richiesta di pena si riferisce al delitto (14 anni) e allo spaccio di droga( 4 anni) contestato all’imputato difeso dagli Marco Facciolla e Francesco Muscatello.
In dibattimento si sono costituiti parte civile nel’ijnteresse dei congiunti della vittima, gli avvocati Nunzia Paese e Gianluca Bilotta.
Abate è imputato davanti al Gup Alfredo Cosenza e la decisione sul suo destino giudiziario verrà assunta dal magistrato il 20 marzo. L’ex poliziotto, arrestato dai carabinieri nell’ottobre scorso, è stato successivamente scarcerato dal Tribunale della libertà di Catanzaro. Le indagini sul delitto vennero archiviate alcuni mesi dopo il ritrovamento del cadavere della Gabriele e poi riaperte due anni fa, per via di una lettera anonima arrivata in Procura, in Questura e al nostro giornale nella quale Maurizio Abate veniva indicato come il presunto responsabile dell’omicidio.
Il cinquantaduenne ex appartenente alle forze dell’ordine ha sempre respinto la pesante accuse protestandosi innocente. Il Tribunale della libertà ha ridimensionato la portata delle ipotesi accusatorie che avevano indotto i magistrati inquirenti a richiedere l’arresto dell’uomo.
La morte di Lisa Gabriele, originaria di Rose, ha suscitato in questi anni grande attenzione anche dal punto di vista mediatico. La magistratura inquirente all’epoca - nonostante il medico legale intervenuto sul posto avesse sconsigliato l’esecuzione dell’autopsia - procedette alla verifica necroscopica e scoprì che la ventiduenne era morta per soffocamento. I magistrati capirono pure che il delitto era stato portato a termine in un luogo diverso da quello del ritrovamento del cadavere.
Qualcuno aveva ucciso la ragazza e poi, con l’aiuto di un complice, ne aveva spostato la salma nel boschetto di Montalto. Le “stranezze” inquinarono il contesto investigativo e, alla fine, non consentirono al pubblico ministero di venire a capo di nulla. Il caso, pertanto, venne archiviato.

Caricamento commenti

Commenta la notizia