La corsa al rialzo dei beni di consumo sembra sgonfiarsi all’interno di una curva che sembra finalmente piegare. Il punto nel tempo viene collocato con giustificata prudenza dagli esperti, anche perché sulla flessione pesa l’attenuazione delle tensioni sui prezzi dei beni energetici. All’interno dello scenario positivo frenano le quotazioni sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata. Ma lo sguardo s’allunga, inevitabilmente, negli interstizi più remoti delle statistiche. Dentro quei numeri si cerca la trama nascosta di questa calma che è solo apparente per i beni alimentari, lavorati e non, i tabacchi e i servizi, che conservano le spinte al rialzo dei prezzi tutti in accelerazione tendenziale.
L’istantanea di febbraio
L’Istat mostra il volto di una Calabria che continua il suo difficile percorso di risalita dopo due anni di pandemia e uno di guerra. L’inflazione morde con un dato medio dell’inflazione che si ferma a quota +8,8% (la media nazionale è di +9,1%). Un vento di rincari che non soffia con la stessa intensità. Reggio Calabria, ad esempio, secondo le elaborazioni dell’Unione nazionale consumatori conquista un secondo posto nazionale nella graduatoria delle città più virtuose d’Italia con un aumento dei costi che si ferma al 7,9% che si traduce in una spesa aggiuntiva su base annua di 1.475 euro per una famiglia di due persone e di 1.803 euro per un nucleo con tre persone. Solo Potenza fa meglio con una inflazione del 6,5% e un rincaro annuo di 1.284 euro per una famiglia di due persone e di 1.398 per tre persone. Sul podio nazionale sale anche Catanzaro che chiude il mese con una inflazione dell’8% e una spesa supplementare annua per una famiglia di due persone pari a 1.494 euro che sale a 1.826 euro con un familiare in più. Male, invece, Cosenza che continua nel suo percorso ad ostacoli segnando un 9,8% (ottavo posto nazionale tra le città più care in assoluto) di aumento dei prezzi con un incremento di spesa annuo di 1.830 euro in più per famiglie di due persone. L’esborso aggiuntivo sale a quota 2.237 euro nelle famiglie di tre persone.
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