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Cosenza, i presidi devono cambiare scuola: “no” dei sindacati

Sigle di categoria contrarie alla linea dell’anticorruzione che prevede la rotazione dei dirigenti al massimo dopo nove anni

Dopo nove anni i presidi devono cambiare scuola. Lo prevedono le leggi dell’anticorruzione e lo ha vistato l’Ufficio scolastico regionale che nei giorni scorsi ne ha dialogato con le forze sindacali di categoria, le quali hanno perciò manifestato unanimemente il loro dissenso. Erano presenti, personalmente o collegati da remoto, Domenico Servello (Anp Cida), Raffaele Vitale e Giuseppe Cavallo (Cisl Scuola), Domenico Denaro (Cgil), Francesco Talarico (Dirigenti Scuola), Giuseppe Romeo (Snals Confsal), Andrea Codispoti e Luca Scrivano (Uil Scuola Rua).
«La rotazione ordinaria – è scritto nel verbale stilato a margine del confronto catanzarese – si configura quale misura organizzativa preventiva finalizzata a limitare il consolidarsi di relazioni che possano determinare l’insorgere di dinamiche improprie nella gestione amministrativa, conseguenti alla permanenza nel tempo di determinati dipendenti nel medesimo ruolo o funzione, tali da agevolare, anche potenzialmente, il verificarsi di fenomeni corruttivi, intesi, questi ultimi, in senso ampio. La suddetta misura, tuttavia, come sottolineato dall’Anac è, altresì, correlata all’esigenza di assicurare il buon andamento e la continuità dell’azione amministrativa e di garantire la qualità delle competenze professionali».
Appuntamento a settembre In base a quanto stabilito, perciò, ogni dirigente scolastico, alla scadenza del primo incarico triennale, potrà essere confermato nella stessa scuola per altre due volte fino al limite massimo di nove anni. La misura entrerà a regime dal prossimo anno scolastico 2023/2024.
I sindacati hanno denunciato anzitutto il mancato coinvolgimento sul tema da parte del ministero a livello centrale. Inoltre, a loro parere, «l’applicabilità del principio e delle misure sulla rotazione ai dirigenti scolastici non appare opportuna rispetto alla tempistica indicata considerato altresì che il ministero non ha ancora dettagliato i criteri che verranno adottati. Dubbi vengono altresì espressi in ordine alla modalità in cui si dovranno conciliare le disposizioni dell’Anac e quelle previste dalla Contrattazione nazionale in termini di mobilità dei Dirigenti scolastici».
A fine mese se ne parlerà a Roma in un incontro al ministero.
Burocrate? No, grazie «Il dirigente scolastico non è un burocrate, in quanto la sua azione ha come fine il successo formativo degli alunni. La sua attività contabile e amministrativa è solo una parte del suo lavoro e che comunque è sempre finalizzata alla realizzazione di un progetto didattico e formativo e mai fine a se stessa», sottolinea il segretario regionale della Uil Scuola Rua Andrea Codispoti.
Fuori dalle graduatorie L’Ufficio scolastico provinciale ha annullato i suoi provvedimenti che prevedevano l’inserimento con riserva nelle Graduatorie a esaurimento (e nelle relative Graduatorie di istituto di prima fascia ed eventuali elenchi aggiuntivi relativi al posto sostegno) di sedici insegnanti precari impegnati nella scuola dell’Infanzia e Primaria, in possesso del diploma magistrale, i quali avevano fatto ricorso alla giustizia amministrativa contro la loro cancellazione dalle stesse Gae.

 

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