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Studenti in calo nelle scuole cosentine: 3mila in meno

Prosegue la diminuzione delle iscrizioni a macchia d’olio in quasi tutti gli istituti, molti rischiano di perdere l’autonomia. Al via un altro corso destinato agli aspiranti dirigenti scolastici

Numeri in calo anche nelle scuole del Cosentino. Sono circa tremila in meno le iscrizioni registrate nelle scuole della provincia rispetto allo scorso anno. Un trend in linea col resto d’Italia, figlio anzitutto della progressiva diminuzione dei ragazzi in età scolare. Preoccupano le conseguenze per l’inevitabile calo del numero delle classi e quindi delle cattedre, ma anche e soprattutto per la tenuta dell’autonomia delle scuole, coi piccoli centri in sofferenza più delle gradi città. Uno dei timori è che coi criteri attualmente vigenti (almeno 900 studenti) le scuole autonome restino solo nelle città e nei grandi agglomerati urbani, con reggenze diffuse invece nelle cittadine meno popolose e anzitutto nei paesi più piccoli. Anche se sono confermate una serie di deroghe che permettono di mantenere l’autonomia a istituti che si trovano in particolari condizioni, sociali o geografiche.

Le scuole a rischio: 79

Proprio in questi giorni è al vaglio della Regione il Piano di dimensionamento cui spetta il compito di disegnare il panorama della scuola che sarà dal prossimo settembre. Le Province hanno fatto la loro parte, cedendo poi la questione a Catanzaro cui spetta il verdetto definitivo. In base a quanto trapelato, per come appaiono i numeri adesso, in tutta la Calabria rischiano l’autonomia 79 scuole. Che tradotto in termini occupazionali significa anche 79 dirigenti scolastici e altre figure professionali.

No, così non va

Sono pronte alla mobilitazione le sigle sindacali, le quali non ci stanno ad accettare la perdita dell’autonomia scolastica anzitutto da parte di molti istituti che lavorano in zone ad alta densità criminale (purtroppo in Calabria non mancano), così come in aree disagiate dal punto di vista geografico e dei collegamenti. Ecco perché il segretario provinciale della Flc Cgil, Francesco Piro, si affida alla resilienza suggerendo di trasformare il calo delle nascite e quindi delle iscrizioni in un’occasione per andare oltre le classi pollaio, anzitutto a vantaggio della didattica. Uno scoglio fondamentale da superare sono i 28 alunni per classe previsti attualmente dalla legge, tra l’altro aumentabili a 30. Che però diminuiscono in caso di presenza in aula di ragazze/ragazzi diversamente abili. In questa ottica, aggiunge Piro, «un aiuto importante potrebbe arrivare dai fondi stanziati per il Pnrr».

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