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Omicidio Prisco a Tortora, i tre indagati scelgono il silenzio

Il Gip di Paola conferma le misure. Ricostruiti dalla procura tirrenica i retroscena dell’agguato compiuto a Tortora

Francesco Prisco

Dovrebbe essere fissato a breve il Tribunale della Libertà per i tre arrestati per la morte di Francesco Prisco. Il 32enne di Tortora fu gravemente ferito a metà febbraio in un agguato e poi morì dieci giorni dopo nell’ospedale di Cosenza. La scorsa settimana finirono in carcere Angelo Lentini (42 anni di Praia a Mare); Michele Tufano (39 anni di Napoli ma residente a Tortora) e Jonathan Russo (39 anni di Praia a Mare ma residente a Tortora). I loro difensori, gli avvocati Giuseppe Bello, Giuseppe Pizzimeni e Antonio Tomeo, sono al lavoro per rivolgersi al Tdl. Nel corso degli interrogatori di garanzia i tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
In realtà, - come è emerso dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Paola – fu lo stesso Prisco nell’immediatezza dell’agguato a riferire ai carabinieri i nomi di chi lo ferì quella notte mentre stava rientrando a casa. Le dichiarazioni che Prisco rilasciò, sia quando era a terra in una pozza di sangue che in seguito quando fu trasferito nell’ospedale di Cosenza, sono state incrociate e riscontrate con i racconti dei testimoni che quella notte sono accorsi dopo aver sentito gli spari e le urla della vittima che chiedeva aiuto. Ma le indagini si sono avvalse anche di altri elementi.

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