Cosenza

Giovedì 15 Maggio 2025

Un pezzo di Cosentino rischia di sparire: dati demografici impietosi

Una veduta della città di Cosenza

C’è un pezzo di Cosentino che rischia di svanire, un pezzo di questa terra dove la vita è rimasta quella d’un tempo ma amministrare è diventato affare complicato. Spesso, non ci sono soldi in cassa neppure per pagare lo stipendio al vigile urbano del paese (fortunato chi ce l’ha) o all’autista dello scuolabus (ammesso che ce ne sia uno). Sono piccoli paesi dove la gente resta fin che può prima d’andare via, chiudendo la casa. Ed è così che parti intere di questa provincia si stanno svuotando di gente e di rumori, in una terra che, solo nell’ultimo anno, ha dovuto rinunciare ad altri 3.600 abitanti (negli ultimi cinque il Cosentino ha perso complessivamente 24.662 residenti, in pratica, la quarta città della provincia). Ci sono sempre meno residenti nei piccoli comuni, squarci sterminati del Cosentino si richiudono in fretta, si rannicchiano e spariscono. E man mano che le finestre e le porte vengono serrate, le strade dei borghi assomigliano sempre di più a un deserto. Comincia così il viaggio senza ritorno, l’abbandono dei borghi che la solitudine trasforma in paesi-fantasma, luoghi dal presente difficile e dall’avvenire incerto. È la grande fuga dai piccoli centri dove ogni anno il saldo demografico è negativo. E con la gente che scappa via, chiudono scuole, asili, uffici postali, guardie mediche. Si spengono le insegne dei negozi e chi prova a restare è costretto ad arrendersi e a partire. Succede, soprattutto, nelle aree più interne, dove lo spopolamento è più veloce che altrove. La provincia è fatta di 150 comuni ma quelli che vantano una popolazione residente superiore ai 5mila abitanti sono solo 32. Negli altri 118 la fuga dei residenti rischia di cancellarne il ricordo.

Denatalità

Nei piccoli centri a rischio spopolamento le strade sono sempre più silenziose e la vita spesso ruota attorno all’unico bar che resiste alla crisi che in genere in questi luoghi non è mai solo economica e neppure solo demografica. Nei borghi diventa sempre più difficile sentire le voci, organizzare una rete di infrastrutture, collegamenti e servizi. Compresi quelli sociali, educativi, culturali, scolastici. Un allarme lanciato dall’impresa sociale “Con i bambini” che, con la fondazione Openpolis, ha elaborato uno studio secondo da cui emerge come «in tanti casi, cali particolarmente significativi della popolazione residente colpiranno i territori che oggi hanno una minore disponibilità di servizi educativi, in particolare quelli rivolti all’infanzia. In Italia, 17 province, tutte del mezzogiorno, attualmente si caratterizzano per un’offerta nelle strutture per la prima infanzia inferiore ai 15 posti ogni 100 bambini residenti con meno di 3 anni. In tutti e 17 questi territori, i bambini fino a 4 anni nel 2030 saranno meno di oggi. Con un calo che in 15 casi su 17 supera la media nazionale, e in 6 sfonda quota 10%: Crotone (-10,74%), Palermo (-11,87%), Vibo Valentia (-13,79%), Catanzaro (-14,96%), Reggio Calabria (-16,23%) e Cosenza (-17,07%)». Dunque, il dato peggiore nel periodo 2020-2030, va componendosi proprio nello scacchiere cosentino dove negli ultimi 5 anni, secondo i dati Istat, si sono registrati 2.810 bambini tra 0 e 4 anni in meno (dai 27.238 censiti nel 2019 la platea dei più piccoli si è ridotta a 24.428 al primo gennaio 2023 in tutta la provincia).

Piccoli e grandi

Il Cosentino è al quindicesimo posto della graduatoria delineata dal rapporto “Con i bambini-Openpolis” per quanto riguarda la percentuale di bambini residenti nei comuni ricadenti nelle aree interne (24,1%). Gli scenari futuri descrivono una perdita di popolazione infantile di oltre il 15%. Il centro più piccolo della provincia è Carpanzano dove vivono, complessivamente, 205 residenti, 5 in meno rispetto allo scorso anno. Tra di loro ci sono 2 bimbi con meno di cinque anni, uno nato nell’ultimo anno e l’altro di 2 anni. Castroregio è leggermente più popolato con i suoi 234 abitanti (anche qui, 5 in meno rispetto al 2022), di cui uno di 2 anni e due di 3. Perde numeri anche la demografia dei centri più grandi. A Cosenza sono “spariti” in un solo anno 127 bambini tra 0 e 4 anni (2.365 nel 2022 contro 2.238 del 2023), a Corigliano Rossano 119 (differenza tra i 3.298 del 2022 e i 3.179 di quest’anno).

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