«Se la logica che ha portato alla soppressione del tribunale di Rossano è stata quella del risparmio della spesa, oggi che lo Stato è indirizzato a perseguire la via degli investimenti anche in chiave di Pnrr, non è possibile ribaltare quella logica che ha privato la città e il territorio di un presidio di legalità e sicurezza?».
Il ragionamento non fa una piega ed è esposto con una chiarezza disarmante da Fortunato Amarelli, amministratore delegato della storica ed internazionale fabbrica di liquirizia, nonché presidente di Confindustria Cosenza.
Il suo è uno sguardo che va oltre il presente e delinea strade e prospettive che devono necessariamente essere perseguite se si vuole che Corigliano Rossano diventi realmente a tutti gli effetti la terza città della Calabria. «Essere la terza città della Calabria non significa solo avere un numero di abitanti superiore ad altre realtà. Dobbiamo costruire una città che abbia capacità dirigenziali, di guida, di esempi e ciò si realizza con la presenza di aziende, uffici, servizi e la presenza del tribunale è uno di questi elementi».
Ma come detto tali considerazioni sono frutto di una riflessione molto più ampia di Fortunato Amarelli, che non saggezza e lungimiranza chiama in causa, come fatto lo scorso anno, un elemento che collegato e imprescindibile per questo percorso di costruzione di una città che sia attrattiva per investimenti, insediamenti, indotti economici: la sicurezza.
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