Sono dieci i colpi di arma da fuoco che hanno colpito mortalmente Antonella Lopardo, la 49enne cassanese uccisa martedì sera a Sibari. Sono quasi le 22 quando la donna e il marito Salvatore Maritato, ritenuto dagli inquirenti il vero obiettivo del commando, sono seduti a tavola per cenare. Ad interrompere il loro momento conviviale è il suono del campanello. Una visita tanto imprevista quanto strana poiché contrada Cicchitonno a Sibari è zona angusta e disabitata da altre persone. Vicino si trova soltanto il distributore di benzina la cui piazzola verrà utilizzata dagli assassini per lasciare la loro autovettura e mettere in scena il loro piano criminale. Salvatore Maritato si avvia verso il portoncino blindato per aprire e vedere chi è che bussa al loro uscio mentre la moglie 49enne si sposta verso la finestra per anticipare il marito e cercare di capire chi ci fosse dietro la porta. È a quel punto che, forse, qualcosa va storto. L’agire della donna mette in crisi il commando criminale. I due killer non appena notano l’ombra dietro la tenda della finestra aprono il fuoco. Verso la silhouette di Antonella Lopardo – diranno i carabinieri della Compagnia di Cassano – indirizzano trentotto colpi, venticinque di kalashnikov e tredici di calibro nove. La donna cade al suolo mentre il marito si getta a terrà sperando di avere salva la vita. L’autopsia eseguita giovedì sera nell’obitorio di Rossano dal dottor Vannio Vercillo e da Luca Chianello, criminalista e perito balistico, conferma che a colpirla sono stati ben dieci colpi che l’hanno raggiunta al collo, alle mani e al torace ferendola mortalmente. Col passare delle ore, dunque, aumentano i dettagli sull’efferato omicidio che da martedì sera scuote tutta l’Italia. La speranza è che al caso al quale lavorano la Procura di Castrovillari e la Dda di Catanzaro possa avere presto nuovi e importanti sviluppi.
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