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Cosenza-Castrolibero-Rende città unica: la spinta delle piccole imprese

Il presidente regionale della Confapi, Franco Napoli, la ritiene una straordinaria opportunità di sviluppo

Cosenza e Rende sono sempre lì, l’una in faccia all’altra, separate solo dal fiume. Il Campagnano in questi giorni di pioggia sembra diverso. È gonfio e le sue acque marcano più del solito il confine tra le due città, muovendosi tra gli orti e gli alberi della campagna, prima d’infilarsi tra i grandi palazzoni che si alzano da una parte e dall’altra, lungo le due rive. La frontiera è tutta lì, in quei pochi metri d’acqua melmosa che in tempi di secca neppure si notano. Eppure i consigli comunali di Cosenza e Rende hanno, di recente, scelto di restare con le porte dei campanili blindate, i cosentini da questa parte, i rendesi dall’altra. L’idea della fusione, per il momento, non è contemplata. Almeno a livello di enti locali perché, invece, la Regione si muoverà tra qualche ora per modificare la legge istitutiva di nuove realtà amministrative, su proposta dei consiglieri di maggioranza. Una decisione che ha scatenato la reazione di Franz Caruso dal momento che l’impianto normativo aggira il parere dei Municipi. E la possibilità di saldare le due città, ancorandole al progetto di un Comune unico, allargato a Castrolibero, si muoverebbe su un percorso facilitato.

L’idea

Il progetto ispirato dalla norma regionale costituirebbe, di fatto, la prima pietra (visto che si tratta di affrontare un referendum consultivo che non avrebbe le esigenze pretese da una consultazione popolare) della città unica. Un tratto di matita sulla carta geografica per unire Rende, Cosenza e Castrolibero. Un solo centro urbano, disteso su una superficie di 104,7 chilometri quadrati con una popolazione di 109.406 residenti, a cui andrebbe a sommarsi la frazione degli universitari che dimorano stabilmente nelle strutture dell’Unical. L’idea proposta dai consiglieri regionali di maggioranza ha lo scopo di realizzare un architrave sul quale impalcare il futuro socio-economico di Cosenza e della sua sterminata area urbana. Un progetto che prende forma nel comune unico, senza frontiere, senza barriere, senza campanili.

L’entusiasmo delle Pmi

Nell’enorme agglomerato urbano della nuova grande città si fonderebbero i sistemi economici di tre diverse realtà per dare origine a uno degli impianti produttivi più ricchi del Cosentino e, probabilmente, dell’intera Calabria. Franco Napoli, leader regionale di Confapi, è favorevole all’istituzione del Comune unico.

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