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Cosenza, appello alle vittime dei soprusi mafiosi

Il gruppo antiracket Ferrami: «Scegliete da che parte stare!». Invito agli imprenditori a costituirsi parte civile nel processo “Reset”

Alessio Cassano

«Non abbiate paura di schierarvi!»: l'associazione antiracket “Lucio Ferrami” lancia un appello alle oltre 130 parti offese che risultano danneggiate dalle attività criminali delle “cosche confederate” di Cosenza e Rende. Cosche potenti e feroci che hanno tenuto in scacco l'area urbana cosentina con estorsioni, danneggiamenti, condizionamenti, minacce ricostruiti dalla monumentale inchiesta “Reset”, firmata dal procuratore Nicola Gratteri, dall'aggiunto Vincenzo Capomolla e dai pm antimafia Vito Valerio e Corrado Cubellotti. Gli imputati chiamati a comparire davanti al Gup distrettuale di Catanzaro, sono 254 e la prima udienza è fissata nell'aula bunker di Lamezia Terme per il prossimo 9 giugno.
«È importante che i colleghi imprenditori, così come gli Enti pubblici individuati come parti offese, scelgano di costituirsi in giudizio parte civile» afferma Alessio Cassano, storico coordinatore della "Ferrami", appartenente al gruppo antiestorsione “Mani libere” e responsabile della sportello antiracket attivato a Cosenza. «Siamo pronti a stare vicini a tutte le persone che decideranno di stare in giudizio. Non basta aver denunciato un fatto, occorre poi prendere parte al processo per stare accanto allo Stato e testimoniare la propria presa di distanza dai mafiosi e dai loro favoreggiatori. È un dovere morale visto lo sforzo profuso dalla magistratura e dalle forze di polizia. Noi siamo pronti ad aiutare chiunque ed abbiamo già incontrato i vertici delle forze di polizia nei giorni scorsi per verificare lo stato delle cose».

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