Morire a 37 anni per un improvviso malore nell’attesa dell’arrivo di una seconda ambulanza del 118, questa volta medicalizzata, che avrebbe dovuto sopperire all’assenza del medico del primo mezzo. Un’attesa di circa quaranta minuti che potrebbe essere stata fatale per il decesso dello sfortunato giovane padre di due bambini che abitava nella contrada Zolfara ad est dell’area urbana di Rossano. Un caso su cui è stata aperta un’inchiesta dal procuratore capo di Castrovillari, Alessandro D’Alessio, che ha disposto l’autopsia, dopo la denuncia dei familiari del giovane. È solo l’ultimo caso di intervento di un’ambulanza senza medico finito tragicamente che si registra nel Cosentino. Una trama che conferma le difficoltà della sanità sulla costa ionica cosentina e, più in generale, in tutta la Calabria. Un sistema che manifesta macroscopiche carenze che, come potrebbe essere accaduto l’altro ieri, finiscono per costare caro alla comunità. Soprattutto il servizio di emergenza del 118 presenta lacune non accettabili per un paese civile se, come successo, non si riesce ad intervenire adeguatamente nei casi gravi affidandosi a mezzi non medicalizzati su cui operano, spesso, volontari che, non per colpa loro, non hanno le competenze e la responsabilità per attivare interventi salvavita. Qui tutto è in ritardo. Compreso il nuovo ospedale della Sibaritide, progettato come polo di eccellenza per risollevare le sorti della sanità in questo vastissimo comprensorio che conta circa 200 mila abitanti, un presidio che dovrebbe garantire una elevata qualità dell’offerta assistenziale. Eppure, la struttura nascente, distribuita su circa 60 mila metri quadrati, nella zona baricentrica di Insiti tra il due ex comuni di Corigliano e Rossano, non si sviluppa secondo le attese. I lavori sono fermi in attesa della variante. La Regione, attraverso il governatore Roberto Occhiuto, si è impagnata a reperire le risorse necessarie entro la fine di maggio. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria