Cosenza

Venerdì 15 Agosto 2025

Incarico di presidente del Parco Pollino, il Tar respinge il ricorso di Pappaterra

Domenico Pappaterra

La vicenda della decadenza di Domenico Pappaterra come presidente del Parco nazionale del Pollino si conclude definitivamente. Almeno per il momento. La sentenza del Tribunale Amministrativo del Lazio, emessa ieri dopo l'udienza che si era tenuta il 23 maggio, ha respinto il ricorso presentato dall'ex presidente dell'ente. Il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica aveva comunicato a Pappaterra la sua decadenza dalla carica di Presidente dell'Ente Parco Nazionale del Pollino tramite una lettera inviata dalla Direzione Generale Patrimonio Naturalistico e Mare. Questa scelta si basa sull'interpretazione delle norme relative alla proroga della carica degli organi in scadenza, approvate dal Parlamento per garantire la pianificazione degli interventi del Pnrr nelle Aree Protette (art. 64 ter del D.L. m. 77/2021). Questa notizia apre ora la discussione sulla scelta del suo successore. Dopo la decadenza, la vice presidente Valentina Viola è stata chiamata a ricoprire il ruolo di presidente facente funzione. Tuttavia, la presidenza del Parco più grande d'Italia è ambita da molti rappresentanti della scena politica lucana. Quindi, inizia il dibattito per capire chi prenderà il controllo dell'area protetta, che in questi giorni è anche oggetto di una visita ispettiva dell'Unesco per la rivalidazione del suo status all'interno della rete dei Geoparchi Mondiali.

La reazione di Pappaterra

«Da uomo delle Istituzioni che per diversi anni ha ricoperto ruoli significativi, non posso - ha detto Pappaterra - che portare rispetto verso le decisioni della Magistratura Amministrativa. Da rappresentante dell’Ente Parco, con rammarico, devo constatare che nel mentre in altri Parchi nazionali la cosiddetta norma sull’allineamento della scadenza degli organi inserita all’articolo 64 ter del D.L. 31 maggio 2021 è stata applicata senza interferenze di alcun genere, nel caso del Parco del Pollino ciò’ non è accaduto». Lo “squilibrio” e le difformità dei provvedimenti conducono «Nel merito, e a seguito della notifica della sentenza con le motivazioni, di valutare  insieme ai miei legali le decisioni da assumere in ordine ad eventuali altre iniziative da intraprendere».

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