Rende, sciolto il Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Ora i commissari per 18 mesi alla guida dell'Ente
Un esito atteso da giorni. Il consiglio dei ministri, su proposta del titolare del Viminale Matteo Piantedosi, ha sciolto il consiglio comunale di Rende per infiltrazioni mafiose. L’ente pubblico territoriale sarà affidato per 18 mesi alle cure dei commissari che saranno nominati nelle prossime ore. Lo scioglimento è conseguenza del lavoro svolto dalla Commissione di accesso antimafia nominata, nei mesi scorsi, dal prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, dopo il coinvolgimento del sindaco, Marcello Manna e dell’ex assessore ai Lavori pubblici, Pino Munno, in una inchiesta condotta dalla Procura distrettuale di Catanzaro. La magistratura inquirente diretta da Nicola Gratteri, nel settembre dello scorso ano, aveva infatti duramente colpito le cosche “confederate” dominanti nell’area urbana del capoluogo bruzio. Manna e Munno finirono tra le maglie della maxioperazione, denominata “Reset”, che conta ben 254 indagati ed è attualmente al vaglio del Gup distrettuale in sede di udienza preliminare, con l’accusa di aver mantenuto rapporti con esponenti della criminalità organizzata. L’ex sindaco di Rende e già presidente dell’Anci calabrese, è stato inoltre condannato il mese scorso a due anni e otto mesi di reclusione per corruzione in atti giudiziari insieme con l’ex presidente dell’Assise di Catanzaro, Marco Petrini. Al legale, già presidente della Camera penale bruzia, è stato contestato dalla Procura di Salerno di aver pagato il magistrato per ottenere l’assoluzione in appello del boss di Rende, Francesco Patitucci. Il padrino era imputato di concorso nell’omicidio di Luca Bruni, “reggente” dell’omonima cosca di Cosenza. Petrini, reo confesso, aveva ammesso di aver ricevuto delle somme di denaro dal penalista. Ma non è finita. L’ex sindaco Manna, l’assessore ed ex vicesindaco Annamaria Artese, due dirigenti generali del Comune e numerosi imprenditori sono inoltre indagati dalla procura di Cosenza nel quadro di un’altra inchiesta relativa ad anomalie riguardanti l’affidamento di appalti e gare da parte dell’ente. Manna era stato dichiarato decaduto dopo la condanna incassata a Salerno e il Comune era retto, fino a ieri, da Marta Petrusewicz, docente universitaria e in precedenza assessore alla Cultura. È la prima volta nella storia municipale della cittadina che si è giunti a uno scioglimento per mafia. In precedenza, nel Cosentino, sono stati sciolti per le medesime ragioni i comuni di Corigliano, Scalea, Amantea e Cassano.