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Asp di Cosenza, chiuso il bilancio con... sorpresa

Operazione verità sulle vertenze: gli avvocati hanno setacciato tribunali e uffici legali. Fondo rischi da 102 milioni, recupero su fitti passivi e debiti con soggetti inesistenti

Dagli ospedali ridotti alla canna del gas e senza medici, alle ambulanze del “118” sfiancate che macinano chilometri ogni giorno sulle Statali del Cosentino, correndo da un capo all’altro di questa terra. Sono le vertenze storiche di una sanità locale (e, più in generale, regionale) che tutti i diversi manager e i commissari delle Aziende si sono portati dietro come un sudario. Scorie che hanno finito per schiacciare questa terra sotto zavorre di debiti che affondano i bilanci. Conti perennemente in rosso che hanno generato una risposta assistenziale insoddisfacente. Una eredità scomoda che il governatore Roberto Occhiuto ha deciso di accettare senza però arrendersi al destino. E a maggio dello scorso anno decise d’affidare l’Asp ad Antonello Graziano che, nel frattempo, è diventato direttore generale. A lui Occhiuto gli aveva chiesto di rimettere in moto un’Azienda sanitaria ferma da troppo tempo e incrostata da metastasi che ne impedivano il ritorno in vita. Un lavoro complicato che doveva necessariamente partire dai conti che non tornavano da troppo tempo. Il primo obiettivo è stato centrato con il Consuntivo 2022, chiuso per la prima volta dopo una decina d’anni senza imbottiture di affanni e di criticità. E, soprattutto, con un utile (differenza tra ricavi e costi) di due milioni e 400mila euro. Grasso che cola per il claudicante sistema sanitario regionale.

Spese giù

Il miracolo economico dell’Asp è dentro le cifre di un bilancio tornato trasparente e che è stato ricomposto cercando tra le macerie di anni. Si è scavato fino al 2008 (l’ultimo anno in cui si registrò la chiusura di cassa secondo i prospetti Siope) per ricalibrare una contabilità stravolta da pericolose consuetudini. Un’operazione che richiesto un impegno di cassa per debiti di 74 milioni di euro di cui circa 30 non iscritti in quanto galleggianti nella contabilità delle poste straordinarie passive che hanno finito per assorbire, inevitabilmente, risorse di bilancio.

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