La supercosca Abbruzzese-Forastefano aveva aperto il proprio supermercato nei locali che una volta ospitavano la stazione dei Carabinieri di Cassano centro. Un vero e proprio ossimoro che tutti conoscevano in città e che fa ben capire quanto i clan fossero intranei alla società cassanese e quanto questi non si facessero nessun tipo di scrupolo. Quella stessa caserma già protagonista, oltre che per diversi arresti, anche per l’omicidio di Nicola Abbruzzese, “reggente” della omonima consorteria, ammazzato a colpi di kalashnikov in prossimità della caserma dei carabinieri davanti al figlio ventenne ed a due figlioletti minori nel giugno del 2003. L’immobile è tornato protagonista nelle carte di Athena, l’inchiesta scattata all’alba di venerdì su richiesta della Dda di Catanzaro. Al di là dei passaggi e delle intestazioni fittizie, dalle attività tecniche della Distrettuale antimafia è emerso come Nicola Abbruzzese “semiasse” e Pasquale Forastefano, capi delle omonime cosche, avessero deciso di intraprendere insieme dapprima l’attività commerciale denominata “Boutique del buongustaio” (e poi diventata “Eccellenza del Gusto”) «dando vita – annotano i magistrati – ad un'impresa che è l'ennesima manifestazione del nuovo ordine voluto ed attuato dalle rispettive famiglie». L'apertura di un mini market, al di là del suo volume di affari, rappresenta dunque espressione del potere mafioso “al servizio” della comunità: gli Zingari ed i Forastefano, infatti, non solo mostrano di curare necessariamente i propri interessi, ma generano attività in grado di creare posti di lavoro, in linea con il principio secondo cui le organizzazioni criminali hanno necessità di accrescere il consenso nei loro riguardi per continuare a prosperare sul territorio.
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